Ancora leghiamo con i salici

Di Federica Predoni

Il concetto di passato può essere considerato da molti punti di vista: passato come qualcosa  da dimenticare, come rimpianto, come cosa finita, nella sua accezione negativa. Il passato come insegnamento, memoria, conservazione in quella positiva. Spesso, guardandosi indietro, volgiamo lo sguardo al tempo trascorso senza considerarlo come risorsa ancora viva da poter utilizzare, trasformandola a nostro vantaggio.

Il nostro concetto di viticoltura, perfettamente descritto da Rino in questo video, e applicato nelle nostre pratiche agricole cerca di avvicinarsi il più possibile a questo.

 

Aggiungere alla nostra mappa delle vigne un nuovo appezzamento entusiasma tutti noi. Sappiamo che la fatica è sempre tanta ma la consapevolezza di lavorare una terra ricca di storia ed identità ci permette di accettare la sfida, con piedi e le mani in vigna e lo sguardo al futuro.

Il vigneto di Rio si apre dopo una lunga camminata attraverso uno di quei sentieri nati per l’uomo e il somaro: stretto, scosceso, camminarlo ti porta alla riflessione sulla fatica umana che lo ha solcato per secoli.

Affacciato sul mare, ventilato, perfettamente soleggiato. La fatica per raggiungerlo è ricompensata da una viticoltura, come ha detto Rino, fatta di un delicato intervento umano. Lo stretto necessario, insomma.

Lavorare questi piccoli appezzamenti diventa, allora, testimonianza concreta che il nostro passato può continuare a vivere, conservando quei vitigni antichi con tecniche semplici.

“Ancora leghiamo con i salici” è, quindi, una vera e propria intenzione a preservare e conservare, non solo come pratica agricola. E’ la dimostrazione che l’uomo e la natura, che da sempre gli fornisce il cibo, possono convivere in un legame armonico.

Questa visione, proiettata al futuro e in una sua  più ampia condivisione possibile, può essere una causa per produrre benessere e un modello colturale in equilibrio con la popolazione che vive quel territorio e se ne prende cura.

Una visione utopistica, se guardiamo a come sta girando il mondo in termini di produzione di cibo, spreco alimentare e pratiche agricole che tendono a prosciugare il suolo, invece di rigenerarlo.

Sembra utopia ma, a noi, piace ancora sognare. E, ancora di più, piace tentare di essere parte integrante di un magnifico territorio e di lavorarlo attivamente, con rispetto e amore.

 

*/?>